sabato 1 dicembre 2012

Domani ci sentiremo migliori se …


Il sogno di cambiare questo Paese fa parte di me fin da quando ero piccolo. Per la prima volta da quaranta anni vedo la possibilità di esaudirlo. Non è più un sogno, è il progetto di migliaia di centinaia di persone che insieme hanno deciso di non vivere di rimpianti, di smetterla di guardarsi i capelli che stanno diventando bianchi ogni giorno allo specchio, di affidarsi alla sorte, ma di recuperare tutte le forze che ogni giorno, e sempre con più difficoltà, mettono nel loro lavoro, nella loro famiglia al servizio del Paese.

Tutto questo è cresciuto incredibilmente, l’entusiasmo si è diffuso in maniera contagiosa. La Torino che amo e che non si è mai rassegnata al declino domani, contro le regole, contro le urla, contro le minacce chiederà di cambiare. Ne sono certo.

Troppe persone in questi ultimi tre giorni mi hanno detto che andranno a votare, troppe. Molte hanno scoperto solo questa settimana che si votava. Sì perché ormai è venuta così meno la fiducia anche nei messi di informazione, oltre che nella politica, per cui fino al dibattito su Rai 1 in tanti non sapevano che c’erano le primarie.

Incredibile? Normalissimo. Alle elezioni politiche del 2008 votarono per il centrosinistra circa 13.600.000 persone, domenica scorsa alle primarie solo 3.100.000. Mancano oltre 10.000.000 di elettori. Purtroppo solo 128.000 di questi hanno mandato la richiesta di partecipare al secondo turno. Altro che elettori del centrodestra, siamo certi che non porteremo a votare alle primarie del centrosinistra tutti i suoi elettori. Peccato.

E questo centrosinistra deve recuperarne di elettori. Deve recuperare la fiducia dei suoi cittadini. Deve vivere di più in mezzo alle persone e meno nelle sezioni dei partiti.

Tutti i volontari che si sono impegnati, molti neanche iscritti ai partiti della coalizione sono stati splendidi. Tutti loro lo saranno anche domani. Indipendentemente per chi voteranno.

Domani sarà una festa. 

Domani ci sentiremo migliori se non manderemo a casa nessuno.

Domani ci sentiremo migliori se riconosceremo l’avversario  

Domani ci sentiremo migliori se guardandoci negli occhi avremo capito autenticamente che il lavoro vero  inizia da lunedì.

Davide Ricca

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